Nuovo Catasto, il tempo vola. Tecnici, cittadini e comuni restano in attesa
11 maggio 2015
La riforma del Catasto è per il nostro Paese un’opportunità di ripresa da non trascurare. L’obiettivo è ambizioso e non più procrastinabile: correggere le più marcate sperequazioni della fiscalità immobiliare, messe in evidenza sopratutto a partire dal 2012, con l’avvento dell’IMU.
È ormai passato oltre un mese dalla proroga della legge delega n. 23/2014 (Delega Fiscale), scaduta il 27 marzo scorso, e dopo ormai quasi 14 mesi il Governo ha partorito esclusivamente il primo decreto legislativo sulla tanto agognata riforma: quello sulle Commissioni Censuarie. Ora i tempi stringono, è indispensabile correre e fare sul serio per intervenire su un settore chiave come quello della casa, che coinvolge una platea di oltre 20 milioni di persone fisiche e ben 60 milioni di unità immobiliari. Una parte consistente della ricchezza degli italiani coincide, infatti, con il possesso di immobili: al 2012 il valore della ricchezza abitativa superava i 4.800 miliardi di euro (fonte: Banca d’Italia). L’Esecutivo ha, però, man mano spostato la data di presentazione della bozza del decreto legislativo che ’ il vero cuore dell’intera riforma del Catasto: quello che modifica sostanzialmente i metodi di determinazione della rendita e dei valori degli immobili ordinari iscritti nel Catasto fabbricati, con il superamento delle tariffe d’estimo per categoria e classe.
La riforma del Catasto ’, per molti versi, una novità favorevolmente attesa dai proprietari di immobili, in quanto finalizzata a recuperare situazioni di sottostima e di sovrastima delle attuali rendite catastali, e quindi a perseguire una reale perequazione fiscale nel settore impositivo. Per contro, nasce nella proprietà immobiliare un timore diffuso, e non del tutto ingiustificato, ovvero che la riforma possa portare all’ennesima stangata fiscale.
Avere chiaro per tutti gli interessati, e soprattutto per i cittadini, quale sarà il metodo che genererà, di fatto, la nuova base imponibile, e quindi le imposte, è fondamentale per poter compiere quelle scelte che coinvolgono la gestione delle disponibilità finanziarie delle famiglie, in questi anni sempre più ridotte. Avere chiaro per i professionisti e Comuni, invece, quale sarà il ruolo che avranno nella riforma permetterà loro di prepararsi per tempo e di attrezzarsi per poter meglio supportare le attività a cui saranno inevitabilmente chiamati.
In buona sostanza si tratta di porre in atto quanto emerso dalle bozze circolate in dicembre e dare corso all’articolo 2 della Legge Delega senza lasciarla decadere come in passato. Occorre far presto e non perdere ulteriore tempo, pena l’aver creato false aspettative e vedere il mercato immobiliare, dopo piccoli vagiti di ripresa, crollare nuovamente nel buio.
Mirco Mion
Fonte: Agefis