Nell’attesa della riforma del catasto l’aggiornamento viaggia in rete
3 giugno 2015
Il processo di aggiornamento tramite l’automatizzazione del trattamento dei dati di aggiornamento catastale rappresenta uno degli strumenti principali per la realizzazione degli obiettivi prioritari del nostro Paese. Avere una banca dati in materia immobiliare, e quindi economica e fiscale, sempre aggiornata, ha una duplice funzione: contrastare il fenomeno dell’evasione e ridurre gli adempimenti dei cittadini, finalità che tutti noi abbiamo interesse e volontà di perseguire con determinazione.
L’obiettivo deve essere quello di eliminare le distanze e le barriere tra cittadini e amministrazione, rendendo disponibili le informazioni a tutti i livelli.
In questo contesto si applaude ad una decisione presa con sicura caparbia da parte dell’Agenzia delle Entrate . Infatti, il provvedimento del direttore dell’Agenzia Rossella Orlandi n. 35112/2015, ha fatto sì che a partire dal primo giugno la piattaforma Docfa non sia più solo una facoltà, ma un obbligo.
Un segnale, da parte dell’Amministrazione, che indica un inequivocabile percorso di modernità e di dinamismo nel definire un vero e proprio cut off tra il passato e quello che inevitabilmente sarà il modello del futuro.
Secondo i numeri forniti dell’Agenzia, al momento siamo a circa 1,6 milioni domande all’anno gestite con la modalità Docfa. In questo valore sono incluse, tra le altre cose, le “dichiarazioni per l’accertamento delle unità immobiliari di nuova costruzione”, le variazioni delle unità già censite e i frazionamenti. A ragion del vero gran parte di queste richieste passano già dall’online ma con alcuni distinguo. Infatti, in alcune aree dell’Italia, le pratiche Docfa (Documento catasto fabbricati) e Pregeo (Pretrattamento atti geometrici) potevano essere eseguite sia online sia recandosi negli uffici dell’Agenzia.
Al momento, a livello nazionale, le pratiche Docfa vengono presentate circa per il 75 per cento dei casi. Il problema, però, è che in alcune regioni il livello di applicazione è ancora piuttosto basso. In alcune regioni infatti, come ad esempio in Lazio, il picco negativo di pratiche presentate raggiunge il 64%, e queste procedure telematiche contengono una percentuale molto alta di problemi dovuti ad errori (ben il 35%). Anche per questo, l’Agenzia sta avviando proprio dal Lazio dei corsi via web che supportino le amministrazioni e i professionisti nell’utilizzo dei nuovi protocolli.
I vantaggi saranno molteplici e comporteranno numerosi benefici, sia per i professionisti sia per l’Amministrazione finanziaria e i cittadini. I primi avranno a disposizione un ufficio sempre aperto, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per poter inoltrare le pratiche di aggiornamento catastale. L’Agenzia, inoltre, potrà accelerare il processo di aggiornamento tramite l’automatizzazione del trattamento dei dati e avrà a disposizione informazioni di migliore qualità, che contribuiranno a rendere più trasparente il sistema catastale italiano. Il cittadino infine potrà vedere aggiornati in tempo reale i dati relativi ai suoi immobili.
Un vantaggio notevole ed indubbio anche in attesa dell’avvio dell’epocale riforma del catasto da tutti auspicata ma al momento ancora ferma ai box legislativi.
Mirco Mion
Fonte: Agefis