L’Italia non si separa dal contante: corsa fino al 2030 per imitare l’Europa
I pagamenti digitali si sviluppano velocemente ma l’Italia resta ancora innamorata del contante. Aumenta quello in circolazione e quello che si preleva dai bancomat. Il Belpaese è il 23esimo paese su 28 in Europa.
A misurare questi indici è il
Cashless Society Index 2018,
lo strumento di monitoraggio messo a punto da The European House Ambrosetti in grado di fotografare lo sviluppo della cashless society, cioè delle soluzioni di pagamento che non siano il contante, in 28 Paesi del Vecchio continente. Lo fa sulla base di 16 parametri raccolti in due ambiti: fattori abilitanti e stato dei pagamenti.
L’Italia è 23esima con un punteggio di 3,5 su una scala di 10. Se mantenesse questo ritmo, il Belpaese impiegherebbe fino al 2030 per adeguarsi allo standard europeo. L’Italia segna un lieve miglioramento nel ritmo con cui si sta muovendo con riferimento alla crescita delle transazioni pro-capite con carte. Anche grazie alla rapida diffusione della tecnologia contactless e del canale mobile sono salite da 27 nel 2012 a 43 nel 2016, sebbene questo livello sia ancora lontano dalla media europea di 117.
Quest’anno l’Osservatorio ha introdotto anche un nuovo indice, il Regional Cashless Index, che monitora monitorare i progressi delle 20 regioni italiane verso la cashless society. Il grande divario tra Nord e Sud, come peraltro in qualsiasi altro parametro economico è evidente.
Al primo posto c’è la Lombardia, con un punteggio di 7,02, mentre fanalino di coda è la Calabria, con un punteggio pari a 3,9. Anche le regioni più avanzate sono comunque lontane dai migliori d’Europa.
Ricalcolando l’indice rispetto alla Svezia (punteggio pari a 9,12), la Lombardia ottiene un punteggio di 4,61 e la Calabria un miserevole 1,49.
L’economia italiana è dunque ancora ancorata e dipendente dal contante. Quello in circolazione in Italia si è sviluppato in maniera costante nell’ultimo decennio passando da 128 miliardi di euro a 198 miliardi tra 2008 e 2017.
L’Italia è, inoltre, il Paese tra i cinque più grandi dell’Unione europea con il più elevato incremento del valore dei prelievi da sportelli Atm (tasso medio annuo di crescita composto pari a +8,9% nel periodo 2008-2016, rispetto a +2,3% in Germania e a -0,6% nel Regno Unito).
Questo a riprova che agli italiani piace maneggiare la carta filigranata seppur prelevata con mezzi elettronici.