La mia esperienza al 4K Alpine Endurance Trail
Essere solo contro sé stesso e sfidarsi di continuo, raggiungere un traguardo solo per pensare al successivo. È seguendo questa filosofia di vita (valida per lo sport, ma anche per il lavoro di tutti i giorni) che ho partecipato, e concluso, la prima edizione dell’Alpine Endurance Trail 4K in Valle d’Aosta. Una corsa montana lungo un anello di 350 chilometri con un dislivello positivo di 25.000 metri, che, partendo e arrivando a Cogne, tocca le principali località turistiche della Valle, sotto “l’occhio vigile” dei quattro 4mila: Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso.
Non è tanto la posizione in classifica che cercavo anche se il 113esimo posto da me ottenuto su quasi 600 partecipanti e 309 atleti arrivati in fondo alla gara è, di per sé stesso, un buon risultato. Il mio scopo è raggiungere l’obbiettivo che mi sono prefisso. I 350 chilometri percorsi durante il 4K sono, alla fine, solo il traguardo di tutti gli altri migliaia di chilometri calpestati durante gli allenamenti e le gare di preparazione, avendo in testa sempre un unico obiettivo: mettersi in gioco e arrivare in fondo.
Una corsa continua, su sentieri di montagna, in discesa e in salita, con le pietre che ti rotolano sotto i piedi, le buche che ti tagliano le gambe, il sole che ti rallenta e il freddo serale che ti affatica, con la sveglia antelucana per riprendere a correre e il dimenticare la stanchezza di notte pur di non smettere di correre. Non mi sono mai permesso di avere dei dubbi, di perdere la certezza di riuscire a giungere fino al traguardo finale.
Spesso si dice che una esperienza è importante quanto ti cambia dentro. Non ne sono convinto. Una gara come il 4K non può cambiarti, perché devi già essere, prima di partire, una persona da “4K”. Esalta le tue caratteristiche, la tua determinazione, la tua convinzione e se hai dei limiti e non li hai ancora raggiunti è la gara che ti permette di farlo. Ti rende consapevole della tua certezza che nessuna difficoltà è importante quando si desidera realmente raggiungere un obbiettivo.
Una esperienza che mi ha permesso di creare nuove relazioni, nuove amicizie. La corsa non solo come atto sportivo ma anche come spazio per scoprire nuovi rapporti umani.
Uno tra tutti i nuovi amici è stato Guido Nicolini con il quale ho condiviso ben tre giorni di gara. Non solo un amico ma un supporto nei momenti difficili. Un uomo, un atleta! Ho potuto così scoprire anche la sua meravigliosa famiglia con sua moglie Michela che ci ha dato supporto logistico (più a lui che a me 😉 )
Un’esperienza da rifare!!!