Legge di stabilità 2016: Abolizione Tasi sull’abitazione principale
Ma chi beneficia realmente dell’abolizione? Secondo il governo, come riporta il Corriere, “l’addio alla ‘tassa annuale sui servizi indivisibili’ sulle prime case e all’’imposta municipale unica’ sulle residenze principali ‘di pregio’ riguarda tutti o quasi: l’81% degli italiani, o per la precisione delle famiglie che abitano nel Paese“. Una bella percentuale, almeno a prima vista.
Già perché, a quanto riferisce il Corriere, “secondo l’ultima indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia, nel 2012 viveva nella casa di proprietà il 67,2% delle famiglie; per il più recente censimento dell’Istat, nel 2013 siamo al 72,1%. Dunque poco meno di un terzo dei residenti in Italia resterà fuori dall’operazione Tasi e Imu“.
Un altro fattore importante riguardante l’abolizione dell’Imu riguarda l’età di coloro che ne beneficieranno: “L’indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane, pubblicata l’anno scorso su dati del 2012, aiuta a farsi un’idea. Negli ultimi tre anni infatti è cambiato pochissimo. L’indagine dice per esempio che il 76% delle famiglie con capofamiglia dai 55 anni in avanti vive in casa di proprietà: dunque beneficerà dello sgravio, mentre solo il 24% dei più anziani resta fuori. La situazione invece è rovesciata nelle famiglie con capofamiglia fino ai 34 anni di età: nei giovani solo il 44,7% è soggetto a Tasi o Imu, tutti gli altri invece no e dovranno compensare con le loro tasse l’ammanco dei comuni“.
Un simile squilibrio anche per quanto riguarda i livelli di istruzione e dello status professionale. Paga Imu e Tasi il 76% dei capifamiglia laureati e solo il 58.5% dei diplomati alle scuole medie. L’85.3% dei dirigenti paga la tassa sugli immobili, ma solo il 47.5 degli operai.